Valutazione di infortuni sportivi | FIDAMedica Poliambulatorio

Medicina dello Sport

Valutazione di infortuni sportivi

L’ infortunio sportivo è quel particolare tipo di infortuno che si verifica quando l’atleta è esposto ad una determinata attività sportiva. Esso si verifica in condizioni, in tempi e luoghi noti e si può presentare durante gli allenamenti o le competizioni. 

Quali sono gli infortuni sportivi più frequenti e come si trattano?

Gli infortuni nello sport

La maggior parte degli infortuni sportivi riguarda muscoli, tendini, legamenti e articolazioni, mentre in un numero limitato di casi si riportano rotture di ossa o danni agli organi interni.
Alcuni tipi di infortunio, infatti, ricorrono con particolare frequenza in determinati sport: tra i corridori, ad esempio, sono piuttosto comuni disturbi al ginocchio e alla tibia (fratture dovute a torsioni o a stress), mentre tra i ginnasti si verificano soprattutto rotture dei legamenti.

Tipologie di infortuni e sedi più frequenti

Gli infortuni sportivi sono spesso da mettere in relazione con il tipo di sport praticato. Ad esempio:
Tennis -> epicondilite (gomito del tennista) 
Saltatori -> infortuni al ginocchio (jumper’s knee) 
Sport di contatto -> traumi cranici 
Pallanuoto, pallavolo -> lesione cuffia dei muscoli rotatori 
Negli sport di squadra anche il ruolo può portare ad una differente frequenza di infortuni. Nel calcio, ad esempio, il 50% degli infortunati sono centrocampisti, il 33% difensori ed il restante 17% attaccanti.

Gli infortuni nello sport possono essere: 
Eventi acuti
Eventi cronici
Da contatto
Da non contatto

Infortuni sportivi: la contusione

La contusione si verifica quando un organo (o un tessuto) subisce una compressione che produce lo schiacciamento delle parti molli, con una modesta fuoriuscita di sangue dai capillari verso i tessuti. 
Cosa fare in questi casi? 
Distinguere se la contusione è lieve o interessa direttamente i muscoli.
Applicare del ghiaccio per attenuare la sensazione di dolore e l’eventuale gonfiore. Il freddo ha un effetto anestetizzante e una funzione vasocostrittiva, riduce cioè la fuoriuscita di liquidi dai vasi.
Se la contusione coinvolge direttamente i muscoli, è importante verificare se subito dopo compare un ematoma. I versamenti di sangue all’interno del tessuto muscolare possono causare, se trascurati, calcificazioni in grado di limitare la funzionalità del muscolo contuso. 
In questi casi è fortemente consigliato di attendere il tempo necessario per ristabilirsi: accelerare la ripresa aumenta il rischio di rendere il muscolo più esposto e più sensibile agli effetti di futuri “colpi”.

Infortuni sportivi: la distorsione

La distorsione avviene in seguito a movimenti bruschi: ad esempio, per avere appoggiato in modo non corretto il piede sul terreno mentre si corre o ricadendo male dopo un salto.
In base alla gravità del trauma, le distorsioni vengono classificate in 1°, 2° e 3° grado, a seconda se le capsule e i legamenti articolati abbiano subito danni lievi, parziali o vere e proprie lesioni.In caso di distorsione lieve è importante l’applicazione del ghiaccio sulla parte traumatizzata e la sospensione dell’attività sportiva.
Se il trauma è stato più complesso, invece, vanno ricostruite le modalità dell’infortunio per intervenire nel modo più corretto.

Infortuni sportivi: la concussione

La concussione è un trauma cranico che determina una temporanea perdita di coscienza. Può derivare da cadute nelle quali la testa urta contro un oggetto o quando un oggetto in movimento colpisce la testa.
Le concussioni sono classificate in 5 livelli in base al grado di incoscienza e spesso chi ne è colpito non ha memoria dell’evento. 
I: confusione 
II: confusione e amnesia < 5 minuti
III: sintomi I-II e perdita di coscienza < 5 minuti 
IV: sintomi I-II e perdita di coscienza 5-10 minuti 
V: come IV, e perdita di coscienza > 10 minuti 
La migliore terapia è il riposo, e varia con la severità della concussione. Tuttavia nei casi più severi è consigliata una valutazione precoce presso il centro traumatologico di riferimento.

Patologie da sovraccarico cronico

Il sintomo accusato da atleti affetti da patologia da sovraccarico cronico è essenzialmente il dolore che può essere diviso in vari gradi:

  • Grado 1 

Dolore solo dopo attività 
Durata sintomi inferiore a 2 settimane

  • Grado 2 

Dolore durante e dopo l’attività 
Disabilità funzionale non significativa 
Durata dei sintomi superiore a 2 settimane 

  • Grado 3 

Dolore durante e dopo l’attività 
Disabilità funzionale significativa 
Durata dei sintomi superiore a 6 settimane 

  • Grado 4 

Dolore costante 
Disabilità funzionale completa 
Incapacità di allenarsi e svolgere gare 

Patologie da sovraccarico dei tendini

Se il sovraccarico interessa le strutture tendinee, possono verificarsi 3 tipi di lesione: 

  • Tendinopatie inserzionali: riguardano l’inserzione tendinea nell’osso (tipiche al tendine patellare e cuffia dei rotatori
  • Peritendiniti (tenosinoviti): infiammazioni delle strutture peritendinee
  • Tendinosi: condizioni degenerative in assenza di infiammazione con metaplasia cartilaginea e calcificazioni

Patologie da sovraccarico delle articolazioni

Il sovraccarico articolare può riguardare:

Il ginocchio: lesioni intra-articolari, tipiche degli sciatori; lesioni patellari; sindrome dello sfregamento ileotibiale (caratteristica dei podisti).

La spalla e il gomito: inpigment sottoacromiale (per esempio nei nuotatori); sindrome dello sfregamento del gomito (nel tennis, baseball, lancio del peso, ginnastica, sollevamento pesi e squash).

Patologie da sovraccarico dei muscoli

Le patologie da sovraccarico dei muscoli riguardano le fibre muscolari e sono: 

Contratture
Allungamento delle fibrocellule (stiramento)
Sindrome miofasciale
Rottura del muscolo (strappo) con evidente stravaso (ematoma)

Epidemiologia degli infortuni sportivi

Oggi prevale l’idea di una patogenesi degli infortuni multifattoriale. Questo filone di ricerca sostiene l’idea che ci siano 2 tipologie di fattori di rischio interconnesse, riferite a: 
cause estrinseche: legate al tipo di sport/attività fisica, modo in cui è praticato, fattori di contesto, equipaggiamento, etc.
cause intrinseche: riferite alle caratteristiche personali, tanto fisiche quanto psicologiche.

Fattori di rischio intrinseci:

Età;
Infortuni precedenti;
Caratteristiche biologiche, Allenamento (rigenerazione tessuti, recupero postpartita ecc.);
Aspetti posturali, squilibri a carico dell’apparato muscolo-scheletrico;
Dieta, Alimentazione;
Stress emotivi, tensione pre-partita, aspettative;
Stile di vita (fumo, alcool).

Fattori di Rischio Estrinseci:

Condizioni meteo, differenze geografiche e climatiche (temperatura, umidità, pioggia, neve ecc.)
Superficie di gioco (terreno sintetico, terra battuta, erba naturale, suolo gommato)
Tipo di calzature, scarpini chiodati, rapporto suola-superficie
Tipo di competizione, regole di gioco, (calcio, pugilato, basket, rugby, automobilismo, motociclismo)
Incontri disputati nell’arco di tempo breve, fitto calendario di impegni.

Prevenzione degli infortuni sportivi

La prevenzione è importante. Ecco, allora, alcuni elementi su cui basarsi per prevenire gli infortuni:

Mancanza di preparazione fisica adeguata 
Trascurare riscaldamento e defaticamento 
Carichi di lavoro eccessivi 
Gesto tecnico non corretto 
Mancanza di screening medico preventivo 
Infortuni precedenti non adeguatamente trattati 

I percorsi diagnostico-terapeutico-riabilitativi possono variare in funzione della lesione riportata, e si avvalgono di metodiche di riabilitazione fisiatrica in combinazione con eventuali interventi ortopedici.
A completare il percorso sono possibili metodiche analitiche personalizzate sul gesto atletico proprio della disciplina, al fine di ottimizzarne la dinamica e rilevare errori e problemi meccanici e posturali alla base di un possibile infortunio o re-infortunio, oltre a valutare il grado di recupero della funzione post-intervento.